domenica 9 gennaio 2011

NATIVI DIGITALI

Lunedì si torna a scuola... i nostri bambini avranno le cartelle piene di libri e quaderni e la testa ancora nelle vacanze. Ci racconteranno di quanto hanno giocato e di videogiochi e computer...
Ed è così che prendo spunto da un post pubblicato dalla mia amica Francesca: "Te lo spiego io come funziona l'ipad..."
Un post che fa riflettere.

C'è ancora chi pensa che il computer sia uno strumento freddo e impersonale, che non permette di socializzare e rende individualisti. Niente di più falso!
"Frequentano gli schermi interattivi fin dalla nascita", spiega Paolo Ferri docente di tecnologie didattiche e teoria e tecnica dei nuovi media all'Università Bicocca di Milano, "e considerano Internet "il principale strumento di reperimento, condivisione e gestione dell'informazione". È la prima generazione (che oggi ha tra gli o e i 12 anni) veramente hi-tech che pensa, apprende e conosce in maniera differente dai suoi fratelli maggiori.
"Se per noi imparare significava leggere-studiare-ripetere, per i bambini cresciuti con i videogames vuol dire innanzitutto risolvere i problemi in maniera attiva", spiega Ferri che studia e promuove da anni il "digital learning".


"Grazie ai videogiochi, il sapere dei bambini si nutre di simboli, sfide e modelli sempre diversi di narrazione", spiega Clark che aggiunge: "quando le modalità di apprendimento scolastico sono simili a quelle di un gioco ci sono maggiori chances che gli alunni apprendano volentieri e in fretta".Ma cosa sta facendo la scuola italiana?
In Europa il paese più "nativi digitali oriented" è l'Inghilterra con la sua nuova riforma del sistema scolastico: "Sono passati- sottolinea Paolo Ferri - da un modello disciplinare basato sui contenuti a quello per competenze che si regge su un principio: imparare ad imparare".
In Italia  il ministero dell'Istruzione porta avanti il progetto LIM, che punta a finanziare con 30mila euro 156 classi (in Italia ci sono circa 25mila scuole) delle scuole medie inferiori per lo sviluppo di progetti innovativi. Le sperimentazioni digitali sono rare e lasciate all'iniziativa e all'impegno ancora di pochi insegnanti e dirigenti che hanno capito chi sono e come si educano i nativi digitali:
"Il risultato è quella di una cartina dell'innovazione a macchia di leopardo", dichiara Ferri, che tuttavia si dice ottimista perché crede nel contagio positivo: "In 10 anni le scuole al passo con le trasformazioni sociali e tecnologiche, e per questo premiate con finanziamenti e alto numero di iscrizioni, avranno costretto le altre ad adeguarsi". Una speranza? No, un dovere. Perché "innovare innovare innovare" è l'unica chance di sopravvivenza anche per la scuola italiana.

Per ulteriori approfondimenti leggete l'articolo di Serena Danna, comparso sul Sole 24 domenica 2 gennaio.
 
Io in questo periodo sto seguendo un corso di scrittura collaborativa in Wiki e vi assicuro che è molto costruttivo, socializzante e arricchente su diversi fronti... ma questa è un'altra storia...

Buon ritorno a scuola a tutti...

1 commento:

  1. Vedo che sei dei nostri!!!!
    Conosco la scrittura collaborativa in wiki e non posso che affermare quanto hai scritto!!!
    Un abbraccio
    fra

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